Scarpata d’oro

Ho resistito con tutta la forza di volontà e l’orgoglio di cui sono capace (niente di che né l’una né l’altra cosa, ma combinate speravo potessero avere una qualche efficacia), poi, ieri, ho ceduto. A mia discolpa, l’intervento di una forza irresistibile, possente: l’incredulità.

Oggetto della mia (tentata) resistenza, il video, in circolazione da giorni praticamente su tutti i siti di tutto il mondo, di quel turista americano che, in Perù, mentre inquadra se stesso con la telecamera nei pressi di una linea ferroviaria, si becca una scarpata in faccia da un macchinista di passaggio.

Un video molto stupido, volendo anche marginalmente divertente, che sarà stato visto, a conti fatti, qualche milione di volte. Per l’esattezza, 23 milioni di volte. L’unica ragion d’essere del filmato, sia pure un poco meschina, è a mio avviso quella che la scarpata fa in qualche modo giustizia dell’idiozia del giovane turista e, con essa, dell’idiozia dei tanti che vanno in giro per il mondo immortalando se stessi in situazioni di desolante banalità o straziante insensatezza.

Un po’ poco, ho pensato, per unirmi anch’io alla massa di “utenti” che ha concesso qualche secondo della propria vita alla visione del suddetto filmato. Questo, come ho detto, fino a quando non l’ha avuta vinta l’incredulità per una notizia legata allo specifico episodio.

Pare infatti che il turista “scarpato”, per così dire, sarà in grado di trarre dall’episodio un notevole beneficio economico. Il giovane ha ricevuto varie offerte - tra cui quella di un qualcosa chiamato Jukin Media - che gli permetterà di incassare qualche frazione di dollaro ogni volta che il video verrà guardato in Rete. Non ne faccio una questione di moralità: la ricchezza può intervenire per ragioni che nulla hanno a che vedere con il merito. Piuttosto, mi sovviene, con mia sorpresa, una pressante verità: non è vero che la stupidità paga. Siamo noi a pagarla.

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