Scherzi da rete

La telefonata fraudolenta della trasmissione radiofonica "La Zanzara" al costituzionalista Valerio Onida non può che suscitare disgusto. Viviamo tuttavia in tempi disgustosi e se per portare alla luce un brandello di verità (in questo caso: i "saggi" sono inutili), oggi che la menzogna, da sopraffina arte, è diventata una banale quanto diffusa tecnica verbale, è necessario ricorrere a questi sotterfugi, allora forse bisogna considerare la possibilità di non fare gli schizzinosi.

Con questo intendo dire che, come si fa con le medicine, qualche telefonata somministrata sotto prescrizione mediatica ci potrebbe anche stare. Per esempio se qualcuno, imitando la voce di Paperino, telefonasse al "caro leader" nordcoreano Kim Jong-un per fargli ammettere, magari di traverso, che il suo regime, oltre a essere crudele e obsoleto, è anche ridicolo, ecco che avrebbe reso un buon servizio all’umanità. Come in tutte le cose, il problema sta nella misura: bisognerebbe ricorrere alla tecnica della chiamata con frode solo per estrarre dal corpo dolente della società una qualche verità scomoda ma utile. Rovistare nelle piccole meschinerie personali sarebbe invece superfluo, quando non controproducente: affonderebbe ancor di più la già arrancante carcassa della rispettabilità umana nei confronti dell’universo.

Sotto controllo medico, la frode telefonica potrebbe essere perfezionata, affinata, ottenendo così risultati straordinari. Se la voce contraffatta di una celebre astronoma ha potuto strappare una confessione tanto delicata a un costituzionalista, ci chiediamo che cosa si potrebbe fare con altre ben mirate imitazioni. Il limite, crediamo, è il cielo.

Un medium, imitando la voce di Paolo Villaggio, potrebbe per esempio collegarsi tramite seduta spiritica con il maestro Sergej Michajlovic Ejzenštejn e fargli ammettere che sì, in fondo, "La corazzata Potëmkin" era davvero una cagata pazzesca.

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