Schivo tori

Schivo tori

È proprio vero che la politica non ha più risposte. Aggiungerei: a volte dà l’impressione di non ascoltare le domande. I parlamenti - poco importa se continentali, nazionali, regionali o locali - prendono decisioni senza badare alle conseguenze. Soprattutto, ignorano gli appelli del popolo al quale, come si sa, ormai si rivolgono solo al momento del voto. Ottenuta l’elezione, arrivederci e grazie. Anzi, arrivederci e basta.
Facciamo un esempio. Sono io che ho capito male, oppure è in corso una crisi economica senza precedenti? È stato detto e ripetuto, quindi deve essere vero. In questi frangenti, che cosa vi aspettereste dalla politica? Magari che si muovesse a sostegno dell’economia. Che provvedesse a creare posti di lavoro, non a eliminarli. E qui casca l’asino. Anzi, il toro. Proprio ieri mattina, il parlamento regionale della Catalogna ha approvato - con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni - l’abolizione della corrida. Vi pare bello? Adesso ci ritroviamo sul gobbo - sì, certo, noi: la Catalogna è in Europa, mi pare - tutta una banda di disoccupati, proveniente dal settore "macellazione bovini a scopo di intrattenimento", che sarà difficilissimo reinserire nel mondo del lavoro.
Me lo vedo, il matador, presentarsi a un colloquio inguainato nella marsina scintillante e nelle braghette aderenti, il tradizionale cappello poggiato sulla chioma impomatata. Gli chiederanno: «Qualifiche professionali?» E lui: «Schivo tori».

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