Scilipotismi

Scilipotismi

Avete notato? Ormai basta dire «Scilipoti» per ottenere un sicuro effetto sugli interlocutori.

Alcuni scrollano le spalle. Altri sorridono con malizia, gli occhietti brillanti e perversi come quelli di un troll, e ridacchiano con intenzione: «Eh eh eh... Scilipoti...» C’è poi chi si afferra le mani e le scuote su e giù, su e giù, quindi sospira, si guarda le scarpe e scuote la testa. Non manca chi volge lo sguardo al cielo, rotea gli occhi e ripete: «Scilipoti... Scilipoti...»

Ho incontrato persone che, al nome di Scilipoti, innescano sequenze gestuali davvero sorprendenti. Molti cominciano con il dondolare la testa, poi strizzano un occhio; infine, alzano una mano e allargano le dita per ruotarle dall’indice in direzione del mignolo, come farebbe un giocatore di poker con un mazzo di carte e, così raccolto il "malloppo", fanno cenno di infilarselo in tasca: a volte in quella laterale della giacca, a volte in quella interna; qualcuno - esagerato - protende il posteriore ed è proprio lì, o meglio nella tasca a esso aderente, che fa mossa di riporre l’invisibile mercede. Non pochi offrono un’imitazione totale dell’individuo, impegnando in sincrono arti superiori e inferiori in una sorta di danza sincopata, simile a quella di un tozzo burattino, un Totò ritrovato, un pupo da due soldi.

Tutto ciò poco significa, se non il fatto che Scilipoti non aveva bisogno di andare in Parlamento per rappresentarci davvero tutti.

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