Risulta, al termine di rilevazioni approfondite, complicate e del tutto inattendibili, che «l’uomo più odiato di Internet» è Martin Shkreli. Trattasi dell’imprenditore che dopo aver acquistato i diritti di un farmaco somministrato ai pazienti sieropositivi, ha pensato bene di aumentarne il prezzo in modo spropositato. Non bastasse, Shkreli ha una faccia che, complice la forza della suggestione , sembra urlare dal desiderio di farsi prendere a schiaffoni.
Si piazza bene, nella classifica, anche tale Sam Pepper, ex concorrente del “Grande Fratello” britannico il quale si è fatto notare per aver postato su YouTube il video di uno scherzo non solo di cattivo gusto, ma incredibilmente stupido e ignobile: la finta “esecuzione” con un colpo di pistola alla testa di un ragazzo davanti al suo “miglior amico”.
Imbecilli di questa portata sono ovviamente impermeabili alle critiche, e anzi se ne fanno vanto: quando a Pepper è stato fatto notare quanto infame fosse lo scherzo e cretino il suo autore, ha messo su un’aria di sufficienza come se, invece, lui fosse lo scopritore della penicillina.
Contro questi due e contro tanti altri (come dimenticare l’impagabile dentista ammazza-leoni?) si è scatenata l’indignazione della Rete: sfottò, insulti e minacce ripetuti mille e mille volte in quella curva esponenziale tipica del web che, grazie all’effetto “virale”, presto raggiunge la stratosfera. Nel confermare come personaggi del genere siano al di là di ogni possibile riscatto (essi, come si abbiamo visto, si alimentano del nostro disprezzo), mi chiedo se in proposito, per Natale, non sarebbe il caso di abbracciare un proponimento, e cioè di fare a meno, d’ora in poi, di questo odio 2.0 che fa male a noi e non scalfisce il destinatario. Un odio che, magari, ci permetterà di riconoscere per intatti i nostri valori e di esprimerli per tali, ma che ci impone anche una maschera di cieco e grottesco rancore. Non ci meritiamo di odiare certa gente. Stiamo sereni, se possiamo. Buon Natale.
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