Sempre aggiornato

Il fatto curioso della tecnologia è che si trova, idealmente, un passo davanti a se stessa. Quella che utilizziamo ogni giorno, solo per il fatto che la usiamo e dunque sappiamo come usarla, è da considerarsi obsoleta; quella che vediamo nelle vetrine dei negozi, così scintillante, ad alta definizione ed efficiente, che ci viene venduta come “ultima novità”, è in realtà già incanalata nel sistema commerciale e dunque, se non antica, è quantomeno scontata, banale, già vista. La tecnologia “vera” dunque, sarebbe quella di cui parlano le riviste, su carta e online, che si sforzano di prevedere ciò che sta per arrivare o, nei casi più coraggiosi e non di rado ridicoli, ciò che arriverà tra anni e anni.

Vista così, in estremo e spericolato anticipo, la tecnologia dà il brivido più intenso, offre l’eccitazione della quale ogni appassionato del genere non sa più fare a meno: la dipendenza dall’essere sempre aggiornato.

Io ce l’ho un amico così, sempre sul chi vive in fatto di gadget: Bicio Crosetti, programming-consulting-financing manager di una grande compagnia e fiero analfabeta di ritorno.

Lo incontro nel reparto maschile di un grande magazzino. Mi sembra piuttosto impegnato tra camicie e cravatte ma non resisto dal provocarlo: «Hai sentito? La Apple ha depositato in Giappone il marchio iWatch, segno che sta bollendo qualcosa nella pentola di un orologio rivoluzionario. Se si considera che Google è a un passo dal lanciare i “Google glasses” il trend del futuro è chiaro...»

A questo punto Bicio mi guarda tra l’ironico e l’annoiato ma io sono deciso a non troncare la mia lezioncina imparaticcia da una lettura online: «...il futuro non è più nei computer portatili ma nei computer “portabili” ovvero indossabili...» Bicio mi interrompe secco. «Vuoi star zitto? Sto cercando di capire come funziona la connessione wi-fi di questa cravatta».

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