Viaggio in Italia, offerto dall’agenzia Ansa: «Dal 2002 rubava l’energia elettrica per il suo appartamento. Per questo un pensionato di 63 anni è stato arrestato dai finanzieri della Compagnia di Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Gli investigatori hanno accertato che la sua abitazione era sprovvista di contatore Enel e che l’allaccio predisposto dal pensionato gli consentiva di prelevare energia elettrica abusivamente».
Quindici anni di fedeltà assoluta all’abusivismo, alla rinuncia quasi mistica di ogni contatto con la bolletta, meriterebbero perfino un premio. Se non un premio, un monumento. Statue e cippi si installano, infatti, per ricordare chi, con le sue gesta, ha forgiato il Paese e il gesto di succhiare sangue - sotto forma di energia elettrica - dalle vene stesse dell’economia e della società non è meno forgiante di altri. Nel 2002, in pieno Berlusconi II, il pensionato calabrese - allora probabilmente a tutti gli effetti membro improduttivo della società - incominciò a scroccare carichi di lavatrice, intense sessioni di ferro da stiro e maratone televisive sentendosi libero, nel contempo, di illuminare la sua casa come la Tour Eiffel. Indifferente alla politica, ha visto passare Berlusconi, Prodi, Monti, Letta e Renzi: per lui l’uno o l’altro non faceva la differenza di un kilowattora. Ora che, letteralmente, gli staccano la spina può dire con orgoglio di aver contribuito a fare dell’Italia il Paese senza luce che è diventato.
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