Senza prezzo

È possibile vivere senza soldi? Se continua così, direte voi, diventerà indispensabile, altro che possibile. La questione, però, è più filosofica che economica, più sociale che bancaria. Di fatto, la recessione ha avviato, in alcuni Paesi, tra cui la Gran Bretagna, un movimento a metà tra il bisogno e la ribellione, tra la disperazione e la rivoluzione ,che vorrebbe gettare le basi di una società in cui il denaro, se non inesistente, rimane inutilizzato. Si chiama, il movimento - ma sarebbe forse più giusto definirlo “stile di vita” - “freeganism” e prevede, nei suoi comportamenti-base, abitudini che, di consueto, non si ritrovano nei circoli più raffinati.

Il reperimento del cibo, infatti, non potendo passare per le transazioni tradizionali, che comunque prevedono scambi di denaro (nonché di punti omaggio, tessere di fedeltà e l’inevitabile servizio di piatti porcellana bone china regalato con appena sei milioni di bollini), il reperimento, dicevo, avviene tramite ripescaggio dall’immondizia. C’è poco da ridere e meno ancora da inorridire se si pensa che gli scarti dell’industria alimentare, dei ristoranti e perfino delle cucine domestiche sono un’autentica vergogna mondiale: laggiù qualcuno muore di fame, qui si buttano quintali di bistecche. Il “freeganista” non sarà dunque troppo schizzinoso: il pranzo di mezzogiorno potrà venire dal cassonetto, quello serale dal bidone dell’umido.

Riempita la pancia, il nostro obiettore monetario potrà pensare ad altro: per esempio a rivolgersi alla sua “streetbank”. La comparsa della parola “banca” non allarmi: le “streetbank” sono siti Internet che mirano a collegare le persone a breve raggio: pochi chilometri, un quartiere. I contatti aprono la strada al libero scambio: una riparazione dell’idraulico in cambio di lezioni di tedesco; una riparazione del computer ripagata con due torte all’albicocca.

Perplessità sui cassonetti a parte, i “freeganisti” mi sono già simpatici: con questo sistema dello scambio potrebbero anche (ri)scoprire la quieta solidarietà umana. Cosa che, si sa, non ha prezzo.

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