Settanta

Settanta

Come percentuale, settanta è un’ottima percentuale. Non ha l’arroganza dell’ottanta o novanta e, naturalmente, neppure la sovrumana perfezione del cento, ma è una percentuale più che solida. Anche sessanta è una percentuale buona ma, per chi ama andar sul sicuro, comincia a essere un po’ scivolosa. Io dico che settanta è la percentuale migliore: robusta senza essere troppo vistosa. C’è di che camparci di rendita, basti pensare a quei politici che tirano avanti anni con un misero cinque per cento.
Settanta è una percentuale emersa di recente nei notiziari scientifici quando sono stati diffusi i risultati di uno studio che ha messo a paragone il Dna umano con quello delle spugne di mare. Avrete già capito: i due Dna sono uguali al settanta per cento. In coerenza con quanto si è detto più sopra, il settanta non è una percentuale trascurabile. Al contrario: pur non essendo invadente, è piuttosto importante.
Se ne deduce che due organismi uguali al settanta per cento del Dna dovrebbero avere parecchi punti di contatto. Ora come ora, è presto per dire quali: dovremo incominciare a frequentare le spugne di mare un po’ più spesso di quanto facessimo prima, cioè praticamente mai. D’altra parte, solo adesso so di avere con una spugna il settanta per cento di Dna in comune, altrimenti da tempo ne avrei invitata una a cena. A meno che loro, le spugne dico, di questa comunanza non sappiano già da un pezzo e per questo si tengano alla larga.

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