Latitudine che vai, problemi che trovi. Spostare lo sguardo, per esempio, dalle Prealpi al Texas impone qualche aggiustamento di prospettiva. Ciò che è problematico a Dallas o a Houston potrebbe non esserlo qui; al contrario, nei pressi di Fort Worth non sembrano preoccuparsi per il pedaggio della Pedemontana.
A preoccupare i vigorosi texani, semmai, una legge entrata in vigore da poco - il primo gennaio per la precisione - grazie alla quale è possibile girare per strada con una pistola alla cintura. Così, in piena vista: come accadeva, un tempo, a Carson City e a Tombstone.
Parlare di preoccupazione è forse troppo: la legge ha in realtà sollevato un dibattito che, nonostante le premesse, al momento non risulta essere sfociato in alcun conflitto a fuoco. Addirittura, i sostenitori della legge e delle armi “libere” hanno fatto notare come, dal primo gennaio scorso, il Texas non si sia trasformato nell’Ok Corral e, per strada, si vedano pochissime persone circolare con i revolver al fianco.
Soddisfazione dubbia, diremmo: se l’occasione di esibire le armi è stata accolta da pochi, forse vuol dire che la legge non era necessaria, oppure che la gente del Texas - ma questa è la mia opinione personale - potrebbe essere meno idiota di quanto i tenacissimi fautori delle armi vorrebbero far credere.
La discussione ha preso anche pieghe curiose. I “pistoleri”, per esempio, si sono accorti che l’esibizione non piace affatto alle donne, le quali sospettano subito una compensazione di calibri. Più inaspettata ancora la decisione presa da un barbiere di vietare ai dipendenti pistola e cinturone durante l’orario di lavoro: «Facile sbagliarsi e, invece della forbice, agguantare la Smith & Wesson». La quale, Eastwood insegna, produce sfumature difficili da correggere.
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