Siamo tutti sportivi

Siamo tutti sportivi

In un sondaggio, Sky Tg24 ha voluto sondare i suoi spettatori sul controverso tema delle dichiarazioni rilasciate dal portiere Buffon dopo Milan-Juventus. Pensavano avesse ragione, Buffon, nel dire che, se pure si fosse accorto della validità del gol di Muntari, non avrebbe comunque «aiutato l’arbitro» a correggere l’errore? Ebbene, per il 52% dei votanti, Buffon aveva ragione e, nel conclamare la sua disonestà, è da apprezzare perché onesto.

Il 52% non rappresenta una maggioranza schiacciante ma è tuttavia una maggioranza. Che, val la pena ricordarlo, è pronta a giustificare un’azione disonesta purché si sia disposti a riconoscerla tale. Non così generosi sono stati, con Buffon, i commentatori, i quali non sono riusciti a superare faccende stantie come il fair play, la coscienza pulita e il non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te. Questo sbarramento moralista ci ha fatto scoprire come tra i commentatori sportivi, se non tra il pubblico, la lealtà sportiva sia un argomento ancora pronto all’uso.

Personalmente, ritengo che nella frase di Buffon «non mi sono accorto che era dentro, ma se me ne fossi accorto non avrei detto niente», la parte inaccettabile sia la prima. Dica quel che vuole, Buffon, ma se n’è accorto eccome, che era gol, e ha mentito nel sostenere il contrario. Per diluire la menzogna ha poi aggiunto una dose di onestà: «Non avrei parlato comunque». Senza considerare che, in questo Paese, si viene condannati più per la verità che per le bugie.

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