«RENDE (COSENZA), 13 MAR - Ha perso la fede nuziale, 400 euro e un orologio giocando con le slot machine e scommettendo su incontri di calcio e per non raccontarlo alla moglie ha simulato una rapina ma è stato denunciato per simulazione di reato».
La notizia, ancora una volta estratta dalla fucina dell’Ansa, non specifica come l’uomo si sia fatto beccare con il topo in bocca, ovvero in flagranza di menzogna, ma l’epilogo non lascia dubbi sul fatto che la sua macchinazione sia miseramente fallita. Neppure osa, l’anonimo redattore, addentrarsi nella reazione della moglie che, in un colpo solo, ha scoperto di avere un marito giocatore d’azzardo, menzognero e discretamente fesso.
L’uomo, infatti, ha dimostrato poca intelligenza - oltre che nel giocarsi la fede nuziale, ma questo va da sé - nell’inventare una scusa improbabile e, soprattutto, nel mancare di attenersi a essa. Viene il sospetto che mentire sia soprattutto questione di tenacia: non importa quanto assurda è la bugia, bisogna sempre sostenerla con convinzione.
È poi sorprendente scoprire quanto la psicologia abbia approfondito il tema della bugia. Per esempio, risulta che mentiscono più gli estroversi degli introversi e che, addirittura, più alta e l’autostima di un individuo, più è probabile che menta d’abitudine: ecco illuminate tante personalità della vita politica. Soprattutto, dice la psicologia, mentire, almeno entri certi limiti, è necessario o quantomeno pratico: gli esempi sono infiniti, tutti già corredati della loro bella giustificazione. Si può dire addirittura che i bugiardi sono solo degli esagerati, che non si accontentano della comune, prescritta dose di fregnacce. Vogliono di più e non si sa perché. Chiederglielo è inutile: mentirebbero.
NOTA - Da domani la “buonanotte” si prende una pausa. Arrivederci al 4 aprile.
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