Tutti aspettiamo che il Covid finisca di fare i comodi suoi, ovvero che si pieghi alla ragione (è il caso di usare questa parola) dei vaccini e delle precauzioni sanitarie, per tornare, come diciamo spesso con un verbo che ci piace caricare di sostanza e anche di aria calda, a «vivere».
E a volare, aggiungo io, perché i viaggi in aeroplano, fatta la tara dell’impatto ambientale, ci hanno dato per anni la bella opportunità di scoprire il mondo. Da turisti, magari, perfino da “reclusi” nei villaggi turistici e nei resort, ma comunque esposti almeno un poco ai venti del globo: volando, low cost o meno low cost, abbiamo sentito qualche parola in più in una lingua straniera, annusato qualche fiore esotico, assaggiato qualche cibo insolito (anche se nel 90 per cento dei casi nel menù abbiamo scelto il prudente “club sandwich”).
Oggi non ci resta che ripensare a quei voli. Ne scaturisce un poco di nostalgia, perfino, è buffo dirlo, per quelle disavventure di viaggio che, quando sono capitate, ci hanno fatto infuriare: bagagli persi, ritardi, cancellazioni. Se non altro ci hanno lasciato aneddoti da raccontare ed esperienze da confrontare con gli altri viaggiatori.
Nell’attesa di tornare in aeroporto con più frequenza, oltre ad abbandonarci alle reminiscenze potremmo tentare di imparare qualche cosa di utile, qualcosa da mettere a frutto quando sarà di nuovo possibile fare le valigie per davvero. Per esempio, sarà utile dare un’occhiata alla classifica delle linee aeree stilata per il 2021 da Use Bounce, una compagnia di deposito bagagli con sedi in tutto il mondo. Use Bounce ha messo in fila 71 compagnie mediante un sistema di analisi che prevede una valutazione da 1 a 5 per qualità del servizio, del cibo, della comodità dei sedili, dell’intrattenimento a bordo e che tiene conto del numero di reclami ricevuti nell’anno e del peso massimo consentito di bagaglio personale. Il tutto per arrivare a un “index score” espresso in decimi.
La classifica degli “index score”, che si può visionare nel dettaglio online , annuncia senza possibilità di equivoco che sono le compagnie dell’Estremo Oriente a mantenere gli standard di servizio più elevati. Infatti, al primo posto troviamo una compagnia giapponese (Ana, All Nippon Airways) e al secondo la Singapore Airlines. Al terzo spunta la Korean Airlines e al quarto un’altra compagnia giapponese (Japan Airlines Company). Nelle prime dieci si piazzano anche Eva (che opera da Taiwan), la sudcoreana Asiana e la Cathay Pacific di Hong Kong.
Solo la neonata La Compagnie, linea francese esclusivamente business che vola tra Parigi e gli Usa, rappresenta l’Europa nella top ten ma, appunto, all’ultimo posto: in generale, le compagnie aeree europee navigano, ovvero volano, nella mediocrità, a mezza classifica, come un Sassuolo o un’Udinese. E questo perché non riescono a competere soprattutto su un punto: la cortesia e l’efficienza del servizio.
È come se la gentilezza, anche solo quella più formale, sia oggi considerata un orpello inutile, uno spreco di energie. E questo, intendiamoci bene, non solo in volo. Anche qui a terra. O come meglio dovremmo dire, qui a terra a terra.
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