Aumentano, nel mondo dei media, i fautori del "datagiornalismo": campione di questo stile informativo è il quotidiano inglese Guardian. Fare del "datagiornalismo" significa lasciar parlare i dati nudi e crudi - numeri, statistiche - presentandoli in una forma grafica accattivante. Il Guardian ha fatto scuola e oggi, online, è facile imbattersi in siti che praticano del valido "datagiornalismo".
La presentazione di numeri e ricerche statistiche senza commento e senza interpretazione - il lettore viene guidato soltanto da una grafica che ne cattura l’attenzione e gli semplifica la lettura dei dati - potrebbe sembrare, da parte dei giornalisti, una specie di ritirata, un modo per distaccare se stessi dalla realtà e rinunciare a raccontare, oltre che con la testa, anche con i sensi e con il cuore. Forse è così, ma va riconosciuto che, diversamente da quanto si potrebbe pensare, i numeri così crudamente presentati suscitano una reazione tutt’altro che blanda. Al contrario, la realtà in cifre costringe il pubblico a riflessioni serie, lo invita a usare la logica e gli provoca sentimenti dai quali difficilmente riesce a sfuggire.
Ne fa testo una ricerca - intitolata "Fortezza Europa" - nel quale si rende conto del fenomeno dei profughi diretti nel Vecchio Continente che hanno incontrato prematura morte. Dal 1988 a oggi sono stati 14.037. Di questi, 9.964 sono morti per annegamento, 864 per fame o sete, 215 di freddo, 254 sono stati assassinati e per 1591 non è stato possibile determinare la causa della morte. Il "datagiornalismo" non aggiunge alcun commento e, in tutta onestà, chi ne sente il bisogno?
La presentazione di numeri e ricerche statistiche senza commento e senza interpretazione - il lettore viene guidato soltanto da una grafica che ne cattura l’attenzione e gli semplifica la lettura dei dati - potrebbe sembrare, da parte dei giornalisti, una specie di ritirata, un modo per distaccare se stessi dalla realtà e rinunciare a raccontare, oltre che con la testa, anche con i sensi e con il cuore. Forse è così, ma va riconosciuto che, diversamente da quanto si potrebbe pensare, i numeri così crudamente presentati suscitano una reazione tutt’altro che blanda. Al contrario, la realtà in cifre costringe il pubblico a riflessioni serie, lo invita a usare la logica e gli provoca sentimenti dai quali difficilmente riesce a sfuggire.
Ne fa testo una ricerca - intitolata "Fortezza Europa" - nel quale si rende conto del fenomeno dei profughi diretti nel Vecchio Continente che hanno incontrato prematura morte. Dal 1988 a oggi sono stati 14.037. Di questi, 9.964 sono morti per annegamento, 864 per fame o sete, 215 di freddo, 254 sono stati assassinati e per 1591 non è stato possibile determinare la causa della morte. Il "datagiornalismo" non aggiunge alcun commento e, in tutta onestà, chi ne sente il bisogno?
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