Solo un tweet

C’era da aspettarselo: qualcuno incomincia a pensare di essere Dio. Poco importa se, nella sua (presunta) onnipotente generosità, egli conceda a tutti noi un’istantanea promozione a semidei: chi si proclama Padreterno - escludiamo Berlusconi perché il discorso sarebbe lungo - va sempre tenuto d’occhio.

L’aspirante Signore dei cieli è Marc Andreessen, un’imprenditore informatico americano. Andreessen non è un nome nuovo nel business dei computer: egli è il cofondatore di Nestcape, un’azienda di software che produceva un browser un tempo usato su larga scala e oggi scomparso.

Sorte che non è toccata a Andreessen, il quale è più che mai presente, specie sulla Rete. Recentemente si è esibito su Twitter in una sorta di sermone sincopato. Tema: la tecnologia, che starebbe assicurando all’uomo dei “superpoteri” mai visti prima. Chiunque guardi video di gattini o metta “mi piace” sotto le foto di Belen su Facebook è perfettamente consapevole delle immense potenzialità della Rete ma, ed è il caso del nostro imprenditore, quando si incomincia a usare espressioni come “superpoteri” e “superuomini” bisogna preoccuparsi. In realtà Andreessen la piglia più alla lontana e sostiene che questa conquista dei “superpoteri” è incominciata 500 anni fa: da allora, attraverso la tecnologia, l’uomo avrebbe continuamente riscattato se stesso dalla condizione pre-esistente, evidentemente soltanto “umana”.

Tutto questo è interessante e discutibile. Fa però riflettere che a sermoneggiare di superpoteri e di superuomini sia un illustre rappresentante della categoria dei capitalisti informatici. Un tempo gli autoproclami di affrancamento dalla condizione umana venivano da condottieri e dittatori. Poi, è stato il tempo dei filosofi, degli artisti e delle star del cinema. Tutti loro, nel tempo, sono perfettamente riusciti a dimostrare una cosa: l’uomo è uomo ed è bene che resti tale. Ce lo hanno fatto sapere con imprese, guerre, escursioni intellettuali, capolavori e capricci. Dagli ultimi arrivati, probabilmente, otterremo solo un tweet.

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