A volte pensiamo che l'Oriente stia diventando un po' troppo simile all'Occidente e questo, un poco, ci spaventa. Il timore è che non ce ne sia abbastanza per tutti: perché noi si abbia il nostro benessere, il parcheggio assicurato e la pancia piena bisogna che qualcuno si accontenti di un ruolo di secondo piano senza fare tante storie.
E' così che accogliamo con un misto di pietà e di sollievo la notizia che un appassionato di calcio cinese è morto, a soli 26 anni di età, dopo 11 giorni e 11 notti in cui, per seguire in tv tutte ma proprio tutte le partite di Euro 2012, non si è concesso neanche un minuto di sonno. Per tenersi su, Jang Xiaoshan si è attenuto, come ogni bravo sportivo, a una ferrea dieta di birra e sigarette. Qualcosa non ha funzionato perché, dopo aver assistito con alcuni amici alla partita Italia-Irlanda, è tornato a casa ed è stramazzato sul pavimento della sua cameretta. Sgomento e lutto tra i suoi amici, sorpresi dall'accaduto in quanto, a loro dire, Xiaoshan “aveva sempre condotto una vita relativamente sana”. Aggiungiamo noi che aveva anche raccolto un bel gruppo di relativamente amici.
La notizia, tragica e ridicola insieme, sembra riportare l'orologio della Cina indietro nel tempo e nello sviluppo sociale. Pensate: morire di privazione del sonno. E perché poi? Per guardare partite di calcio! Questo popolo dev'essere davvero arretrato. Già. Se non fosse che sono proprio storie come questa a trasformare una massa confusa in un affresco di personalità distinte: il bislacco (spiace offendere la memoria di Xiaoshan, ma un po' se l'è cercata) spicca sulla massa e, in molti casi, diventa il portabandiera dell'individualismo. Sotto questa luce, la storia del tifoso cinese ci dice che non solo l'Oriente si è affiancato all'Occidente ma in qualche caso passa pure oltre.
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