Spazzatura spaziale

Qualche idea su ciò che realmente divide gli uomini dagli animali? La parola, il pensiero, la pizza congelata, i romanzi di Harry Potter, la Domenica Sportiva? Sì, ma anche no: ciò che davvero separa i due universi è il fatto che l’uomo porta fuori la spazzatura e l’animale no. Questo perché gli uomini producono la spazzatura di cui sopra e gli animali non ci pensano proprio. Questi ultimi, al massimo, possono lasciare in giro qualche scoria: tutta roba che viene riassorbita dalla natura e in seguito riutilizzata.

L’uomo, con la spazzatura, ha invece creato qualcosa di molto più duraturo e innaturale: tutto ciò che non è biodegradabile rimane estraneo al ciclo biologico per un tempo esageratamente lungo. Alla fine, la Natura prevale comunque ma, nel frattempo, la Rai avrà prodotto almeno diecimila altre fiction.

Il problema, oltretutto, non riguarda più soltanto la superficie terrestre: l’immondizia domina anche nello spazio. Un calcolo neanche troppo approssimativo ha stabilito che i detriti di fabbricazione umana che “galleggiano” intorno al pianeta sono circa 100 milioni, la maggior parte dei quali in una fascia che va da 700 a 1000 chilometri di altezza. Trecento chilometri zeppi di porcherie ad alto contenuto tecnologico: la più grande discarica del mondo e, in aggiunta, quella con la vista più spettacolare.

Da quaggiù la faccenda può sembrare una curiosità o, al massimo, una stranezza. Alcuni la vedono però come un pericolo: l’impatto con un detrito potrebbe mandare un satellite fuori orbita. Per altri, i meno ingenui di tutti, trattasi invece di un buon affare. La Aerospace Exploration Agency giapponese si è infatti proposta di raccogliere la spazzatura spaziale tramite una “rete” lunga trecento metri. Non è ben chiaro che fine faranno i rifiuti una volta recuperati, ma sicuramente genereranno profitti. Ed ecco un’altra differenza tra uomini e animali: l’uomo produce porcherie e ne trae guadagno. O almeno si illude che sia così.

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