Oggi - ne sarete informati - è Ferragosto. Ebbene, che si fa a Ferragosto? Non parlo di me e di voi, gente normale, che si affaccenderà con una gita piuttosto che, tempo permettendo, con un barbecue. Parlo degli speculatori, invece, quei personaggi hanno avuto un'estate particolarmente impegnativa e si ritrovano, oggi, con le mani in mano.
Passi per gli speculatori internazionali che potranno andare a far danni altrove, ma quelli locali, “domestici” diciamo, come impiegheranno il loro Ferragosto? Francamente, non ce li vedo a tagliare l'erba o portare a passeggio il cane. Quello dello speculatore è un lavoro a tempo pieno, o meglio “un lavoro 24/7” come si scriverebbe oggi. Lo speculatore medio, credo, sarebbe più che disposto a lavorare a Ferragosto: il problema è che il Ferragosto non è disposto a lavorare con lui.
Non si può immaginare giorno meno adatto alla speculazione. E' ben vero che non ci sono più i Ferragosto di una volta, che assomigliavano tanto ai pomeriggi cantati da Paolo Conte in “Azzurro” (“neanche un prete per chiacchierar”), e tuttavia ancora oggi si tratta di un giorno sotto vuoto spinto. Che cosa farà lo speculatore in ore così vuote? Cercherà di acquistare un gelato da un bambino per poi rivenderglielo a prezzo maggiorato? Cederà in blocco le azioni della “Panchine al Parco Spa”? Poco probabile. Così a occhio, passerà gran parte della giornata ad annoiarsi. Questo mi porta a dire che, di questi tempi, avremmo proprio bisogno di molti più Ferragosto.
Passi per gli speculatori internazionali che potranno andare a far danni altrove, ma quelli locali, “domestici” diciamo, come impiegheranno il loro Ferragosto? Francamente, non ce li vedo a tagliare l'erba o portare a passeggio il cane. Quello dello speculatore è un lavoro a tempo pieno, o meglio “un lavoro 24/7” come si scriverebbe oggi. Lo speculatore medio, credo, sarebbe più che disposto a lavorare a Ferragosto: il problema è che il Ferragosto non è disposto a lavorare con lui.
Non si può immaginare giorno meno adatto alla speculazione. E' ben vero che non ci sono più i Ferragosto di una volta, che assomigliavano tanto ai pomeriggi cantati da Paolo Conte in “Azzurro” (“neanche un prete per chiacchierar”), e tuttavia ancora oggi si tratta di un giorno sotto vuoto spinto. Che cosa farà lo speculatore in ore così vuote? Cercherà di acquistare un gelato da un bambino per poi rivenderglielo a prezzo maggiorato? Cederà in blocco le azioni della “Panchine al Parco Spa”? Poco probabile. Così a occhio, passerà gran parte della giornata ad annoiarsi. Questo mi porta a dire che, di questi tempi, avremmo proprio bisogno di molti più Ferragosto.
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