Spostare il presente

La magnifica città di Venezia ha occupato negli ultimi giorni le cronache nazionali per due accadimenti non proprio lusinghieri. Il primo, l’uccisione di un turista tedesco nello scontro tra un vaporetto e una gondola; il secondo, lo scontrino da 100 euro rifilato a un gruppo di turisti romani per quattro caffè e tre amari consumati («con musica dal vivo»: ma chi suonava? I Beatles?) in piazza San Marco.

Non vorrei sembrare cinico, né avaro e neppure irridente, ma credo che, fatti due conti, il turista tedesco possa ritenersi fortunato. Personalmente, preferirei mi passasse sulla testa l’intera flotta veneziana piuttosto che pagare,al bar, un conto del genere.

Vengono in mente le figure del “Duca” e del “Re” in “Huckleberry Finn” di Mark Twain: due saltimbanchi-truffatori capaci, passando di paese in paese, di trasformarsi in attori shakespeariani, venditori di pozioni miracolose, giocolieri e in un’occasione, come annota il protagonista del romanzo, perfino in predicatori: «Tennero una lezione sulla temperanza, ma non riuscirono a ricavarne abbastanza da ubriacarsi». Che ci avessero provato in piazza San Marco?

La questione di fondo, ognun lo vede, è quella del turismo e dei visitatori che, fidando sul mestiere e sull’onestà di tanti operatori, corrono il rischio di incappare negli altrettanto numerosi disonesti che affollano il settore.

È una lotta strenua ed eterna, questa tra la nostra tradizionale buona coscienza di ospiti e le ugualmente radicate inclinazioni di furbastri: continuiamo ad aspettare, come al cinema, un finale in cui, proprio quando sembrano prevalere le forze del male, il fronte onesto e volonteroso spazza il campo e trionfa.

Non è solo questione di buon nome e di ritorno economico: lo dobbiamo a un passato che ha lasciato di sé tante testimonianze di bellezza. E siccome i turisti vengono in Italia appunto per ammirare il passato, vediamo per quanto possibile di togliere di mezzo il presente.

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