La fotografia più bella della visita di Obama a Cuba non è certo quella che lo vede stringere la mano a Raoul Castro ma quella in cui si scorge l’enorme aereo presidenziale, l’Air Force One, sorvolare i tetti de L’Avana approssimandosi alla pista di atterraggio. In essa c’è una robusta dose di sorpresa: l’impensabile sta accadendo, un presidente degli Stati Uniti tra poco metterà piede sull’isola “ribelle”.
Sarà forse in virtù di questa sorpresa che i mezzi d’informazione hanno subito schierato, nei titoli, l’aggettivo “storico”. Nella mia vita, ormai non breve ma insignificante se rapportata alla cronologia dell’avventura umana nei millenni, mi è già capitato di “esserci” in giorni ritenuti, nel bene e nel male, “storici”. Il primo fu forse l’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, il 22 novembre 1963; vennero poi la conquista della Luna (20-21 luglio 1969), la caduta del muro di Berlino (16 novembre 1989) e le torri Gemelle (11 settembre 2001). Avvenimenti, tutti, che scossero il mondo e la cui portata si misura nel fatto che chiunque, ad anni di distanza, si ricorda dov’era e cosa stava facendo nel momento in cui ne venne a conoscenza. Ecco perché i media di cui sopra non ebbero alcuna esitazione a usare l’aggettivo “storico” e non ce l’hanno oggi parlando di Cuba. C’è un’intensità, in queste vicende, che spinge all’enfasi. E, secondo me, all’errore nella scelta degli aggettivi.
Pare una questione da poco, ma attribuire un valore “storico” a un avvenimento d’attualità è un assurdo. Storico è, o diventa, ciò che è riconosciuto come tale dalla Storia la quale, per definizione, è frutto di una sedimentazione dei fatti nel tempo. Solo il tempo, infatti, li pone in una dimensione più o meno oggettiva. Tutti gli avvenimenti di cui sopra sono invece altamente “simbolici”: premessa fondamentale ma non esclusiva per finire nella Storia. Quella verrà poi: quando noi, poco ma sicuro, non potremo più leggerla. Se potessimo, riusciremmo anche a forgiarla: mi pare che la Storia stessa sia lì a negare che ciò accada.
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