Stupido, più stupido

Stupido, più stupido

Lo confesso: io mio spirito nazionalistico non è particolarmente sviluppato. Raramente fremo nel veder sventolare il tricolore - a meno che non ci sia un gol di mezzo - e la retorica patriottarda quasi sempre mi ispira sospetto. Pur così scarsamente fornito di orgoglio italico, non ho potuto impedirmi di provare una stretta al cuore nel leggere, su un blog estero, che il nostro Paese «potrebbe avere il Tribunale più stupido del mondo».

Il riferimento è alla sentenza dell’Aquila circa gli scienziati e il terremoto non previsto. Fosse solo un blog, non ci preoccuperemmo. A calcare la mano ci si mette anche il Christian Science Monitor: «Era dai tempi di Galileo che una corte italiana non prendeva una decisione tanto sbagliata». Non bastasse, ecco la predica di Lord Robert May, professore in quel di Oxford: «Un verdetto accettabile ai tempi del Medioevo: oggi è solo imbarazzante».

Non fa piacere che gli stranieri ci strapazzino ma è difficile dar loro torto. Tribunale dell’Aquila a parte, ci abbiamo messo del nostro tradendo davanti al mondo l’incapacità di produrre una classe politica in grado di guidarci tra le i pericoli della crisi, tanto che abbiamo dovuto prendere a prestito un professore, senza menzionare il fatto che mai, prima che accadesse da noi, i termini "azione di governo" e "bunga bunga" avevano trovato posto nella stessa frase, tralasciando infine la circostanza che, a ben vedere, un comandante di nave incapace di schivare un’isola quando ne vede una non ti fa mai fare bella figura.

Insomma, gli stranieri hanno gioco facile nel darci dei fessi oppure, come fa Physics Central, nel compatirci commentando, a proposito dell’Aquila: «Bel modo di sprecare il Rinascimento». Considerazione più che legittima, soprattutto da parte di chi il Rinascimento non l’ha mai avuto.

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