Riporto un lancio dell’agenzia Ansa, battuto mercoledì scorso: «ROMA, 4 APR - "Mentre il presidente Monti dice le bugie sulla crisi che sarebbe finita, ci sono persone che si suicidano. Quelle persone che si suicidano il presidente Monti le ha sulla coscienza": è il durissimo attacco che Antonio Di Pietro (Idv) riserva al governo in dichiarazioni di voto sul dl semplificazioni».
Quando una persona dice che un’altra persona ha qualcuno sulla coscienza, che cosa intende dire? Meglio: quando una persona come Di Pietro dice che un’altra persona ha qualcuno sulla coscienza, che cosa intende dire, con esattezza?
Forse che l’altra persona è "moralmente" responsabile per la morte di qualcuno? O forse che la responsabilità, nel caso del premier Monti, è tutt’altro che morale, ma è anzi diretta, concreta? Oppure vuol dire che la responsabilità è "politica": dunque non "diretta" né "morale" ma è, in qualche modo, una responsabilità "d’indirizzo", una responsabilità "direttiva"?
Oppure Di Pietro non intendeva niente del genere, ma affondava solo un colpo al governo giusto perché ne aveva l’occasione. E neanche tutti gli altri, tutti noi cioè, intendiamo dire qualcosa quando blateriamo di colpe che cadono sulla coscienza di qualcuno. Semplicemente usiamo la lingua come capita, come ci è comodo al momento, perché vien buona per ferire qualcuno. Così facendo, probabilmente, finiremo per ammazzarla, la lingua. Ma non ce l’avremo sulla coscienza. Visto che una coscienza non ce l’abbiamo.
Quando una persona dice che un’altra persona ha qualcuno sulla coscienza, che cosa intende dire? Meglio: quando una persona come Di Pietro dice che un’altra persona ha qualcuno sulla coscienza, che cosa intende dire, con esattezza?
Forse che l’altra persona è "moralmente" responsabile per la morte di qualcuno? O forse che la responsabilità, nel caso del premier Monti, è tutt’altro che morale, ma è anzi diretta, concreta? Oppure vuol dire che la responsabilità è "politica": dunque non "diretta" né "morale" ma è, in qualche modo, una responsabilità "d’indirizzo", una responsabilità "direttiva"?
Oppure Di Pietro non intendeva niente del genere, ma affondava solo un colpo al governo giusto perché ne aveva l’occasione. E neanche tutti gli altri, tutti noi cioè, intendiamo dire qualcosa quando blateriamo di colpe che cadono sulla coscienza di qualcuno. Semplicemente usiamo la lingua come capita, come ci è comodo al momento, perché vien buona per ferire qualcuno. Così facendo, probabilmente, finiremo per ammazzarla, la lingua. Ma non ce l’avremo sulla coscienza. Visto che una coscienza non ce l’abbiamo.
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