Suoni

È difficile da credere ma, nell’industria, c’è gente che studia come rendere piacevoli i rumori. Più precisamente, c’è una categoria di tecnici che si occupa di "costruire" certi suoni i quali, familiari al punto da essere attesi dai consumatori e percepiti come il segnale che una certa operazione è andata a buon fine o che un’altra si è svolta in sicurezza, contribuiscono a stabilire, del tutto artificialmente, un’esperienza uditiva appagante. Due esempi, riportati recentemente da un sito dedicato al progresso tecnologico.
1) Il suono della portiera dell’automobile. Lungi dall’essere casuale, il rumore prodotto da una portiera che si chiude è il risultato di un design fatto di pieni e di vuoti, di imbottiture e di parti rigide, quasi che la portiera stessa rappresenti uno strumento musicale. Lo scopo è quello di infondere nell’automobilista una sensazione di protezione quando chiude l’auto dall’interno e di sicurezza e inviolabilità quando la chiude dall’esterno.
2) Il suono dei bancomat. Senz’altro lo avrete notato: quando il bancomat è pronto a sganciare, emette un caratteristico fruscio. Frutto del meccanismo che espelle le banconote? Niente affatto: costruito ad arte per trasmettere una sensazione di precisione e di erogata ricompensa.
Ci sarebbe un terzo suono, tutt’altro che artificiale e ancora troppo nuovo per essere ben definito. Lo produce uno spasmo: quello che contrae la nostra mente alla scoperta che anche i suoni hanno imparato a cacciar balle.

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