Taipei Taipei

In quanto a potenza, non è stato affatto il tifone più potente dell’anno: altri quattro lo hanno superato, e di gran lunga. È stato però l’unico a centrare la terraferma e tanto è bastato a scatenare un pandemonio.

Quando è arrivato, lunedì, ha sferzato campagne e città con venti fino a 110 chilometri orari e ha rovesciato piogge torrenziali. Scuole e uffici sono rimasti chiusi. Per precauzione, sono state evacuate circa diecimila persone. Può sembrare, questa, una misura eccessiva, ma quando il tifone si è abbattuto sulla costa aveva già sulla coscienza 21 vite: quelle di 12 persone ufficialmente trovate morte e quelle di altre nove date per disperse.

Alle 10 del mattino tutti i voli erano stati cancellati e le autorità stavano considerando la possibilità di  sospendere anche il servizio ferroviario. Ne avevano ben ragione, visto che nei punti più critici l’inondazione avanzava a grandi passi e il livello dell’acqua aveva raggiunto il mezzo metro.

Per raggiungere le popolazioni delle aree rurali, rimaste completamente isolate, gli uomini delle squadre di soccorso hanno preso il mare a bordo di minuscole imbarcazioni, mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità.

Il tifone di cui stiamo parlando si chiama Nanmadol e si è abbattuto ieri su Taiwan dopo aver colpito le Filippine. Ma poiché, sotto la doccia, a noi capita di canticchiare «New York New York» e non «Taipei Taipei», possiamo dire in tutta franchezza che non ce ne frega una mazza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA