Tempo

Tempo

Sapete? Un anno nuovo fa riflettere - se non siete pensatori particolarmente originali - al tempo che passa. Ma il tempo che passa in realtà non passa affatto, piuttosto si accumula, visto che gli uomini hanno la tendenza, per certi versi sacrosanta, a non buttar via ciò che è accaduto come fosse acqua sporca ma di farne memoria e, in qualche sporadico caso, perfino buona e utile esperienza. A questo proposito, vorrei concentrarmi sul concetto di "accumulo": significa che, anno dopo anno, il tempo "aumenta". Sembra niente ma, se ci si ragiona, dobbiamo riconoscere che si tratta di un fenomeno non privo di conseguenze.
Prendiamo l'insegnamento della Storia. Ogni secolo che passa è un secolo in più da studiare. Ne consegue che gli studenti di cento anni fa avevano il vantaggio, rispetto agli studenti di oggi, di studiare un secolo in meno. Questo concedeva loro più tempo libero. C'è stata un'epoca, credo intorno all'antico Egitto, in cui tutto il programma di Storia si faceva in due orette al pomeriggio. Ancora prima, la Storia era formata dalle reminiscenze del nonno seduto accanto al fuoco, colpi di tosse e scaracchi compresi.
E la Geografia? Avendo avuto meno tempo per esplorare il mondo, gli antichi se la cavavano con poco. Pensate una lezione ai tempi dei faraoni: «Dunque, ragazzi: lì davanti c'è il mare, qui c'è il fiume; il resto è più o meno deserto. Ecco fatto. Ci vediamo domani: mi raccomando, studiate da riga tre a riga quattro del papiro di Filosofia».

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