Territorio

Territorio

Forse lo avrete notato anche voi ma, negli ultimi tempi, è alquanto sorprendente svegliarsi la mattina e ritrovarsi in un “territorio”. Per anni, al risveglio, ho pensato di essere in una nazione, piuttosto che in una città, in una casa o addirittura in una camera da letto. Mai mi aveva sfiorato l'idea di poter essere in un “territorio”. Da qualche tempo a questa parte, invece, non esiste altro. Non c'è tizio che abbia qualche requisito per parlare in pubblico, da sobrio o da ubriaco, da competente o da incompetente, da destra o da sinistra, che, dopo cinque minuti di chiacchiere, non sia già a straparlare di “territorio”.

Il “territorio”, in tale contesto, è un posto dove bisogna assolutamente “andare”. “Dobbiamo andare sul territorio” annuncia burbanzoso Tale. Una volta “andati” sul territorio, attenzione, bisogna anche “esserci”. E' il momento in cui Tale, aggrottando la fronte, spiega che sul “esserci, sul territorio, è fondamentale”. Ma come si “è” sul territorio? Tale ha una risposta anche per questo: sul territorio si “è” con la “presenza”. “Credo che nessuno possa contraddirmi” afferma Tale, “se sostengo che la nostra presenza sul territorio è sempre stata chiara”. Sì, ma una volta che si ha la “presenza” sul territorio, come si procede? E' qui che Tale dà il meglio di sé: “La presenza sul territorio va tradotta in azione: un'azione profonda, incisiva, efficace”.

Più nel concreto Tale non va, soddisfatto di essere “andato” sul territorio, di “esserci”, di aver assicurato la sua “presenza” e la sua efficacissima “azione”: il tutto, naturalmente, dentro la sua testa.
Devo confessare che sarei tentato di fargli notare come, a voler guardare, i miei quattro gatti svolgono sul territorio un'azione anche più incisiva della sua: se ne dubita, venga a vederli mentre fanno pipì.

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