Tifosi a palazzo

Come saprete, gli inglesi hanno avuto un turno elettorale il cui esito ha complicato la loro situazione politica. Cameron, il conservatore, ha vinto ma non abbastanza per governare da solo. Brown, primo ministro laburista, ha perso, ma non abbastanza per rinunciare alle speranze di governare con l’appoggio di Clegg, liberal-democratico oggi "ago della bilancia". Clegg potrebbe scegliere di governare con l’uno o con l’altro: dipende dall’esito delle trattative.
Poiché, in Gran Bretagna, quando due politici cercano non un’intesa non si limitano a spartirsi ministeri e sottosegretari ma, con ottusità tipicamente nordica, si ostinano a parlare di programmi, la faccenda potrebbe essere di non facile soluzione. A dar loro una mano, interviene uno studio psicologico, diffuso anche su un autorevole sito britannico, secondo il quale, in questi casi, giornali e tv avrebbero l’occasione di giocare un ruolo «vitale». «I media - sostengono gli studiosi - dovrebbero manifestare ottimismo per il successo delle trattative: questo basterebbe ad assicurarne la riuscita». I giornali, insomma, dovrebbero fare il tifo. La "ola", se preferite, come si usa negli stadi. I giornalisti, negli articoli e con la presenza a palazzo, dovrebbero incoraggiare le parti con slogan, salve di applausi e pacche sulle spalle. In Inghilterra non so, ma in Italia non credo che funzionerebbe. E poi, francamente, non mi sembra che il ruolo dei giornali sia di inseguire i politici come fanno i tifosi con i corridori del Giro. A meno che, si intende, non capiti l’occasione di prenderli a secchiate.

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