Tremenda sconfitta

Voi tutti ormai conoscete Vito Crimi, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, quel tale che crolla addormentato non appena entra a Palazzo Madama. Maggior vivacità, a quanto pare, dimostra nell’aggiornare la sua pagina di Facebook, alla quale non esita ad affidare massaggi impanati in una certa enfasi. Leggiamo per esempio quanto ha scritto ieri: «Per la prima volta nella storia italiana, ma forse per la prima volta al mondo da sempre, per l’elezione di un Capo dello Stato una forza politica decide di interpellare, online, i cittadini iscritti... Tra i dieci candidati più votati si procederà alla scelta successiva dei candidato che i deputati e i senatori voteranno in aula. Democrazia: ON!».

Da un punto di vista storico, Crimi ha ragione. È certamente la prima volta che un presidente della Repubblica verrà eletto con il contributo di una consultazione online. Peraltro, ci sarebbe stata qualche difficoltà a eleggere con lo stesso sistema, chessò, Gronchi, visto che nel 1955 non solo Internet, ma neppure l’espressione "online" era stata inventata.

Ciò detto, a colpirmi è la conclusione del breve "manifesto" del capogruppo. In pratica, Crimi garantisce che, in aula, i parlamentari "grillini" voteranno con la massima disciplina il candidato suggerito loro dalla consultazione informatica. Magari sbaglio io, ma se questo sistema di lavoro, che vorremmo definire "democrazia meccanica", dovesse diventare la regola, prima o poi a tutti noi si porrebbe una domanda: a che cosa diavolo servono i parlamentari? Perché se si tratta soltanto di trasferire meccanicamente in aula la "volontà popolare" espressa online nel voto, io credo che cinque anni di mandato e diecimila euro al mese siano troppi. Soprattutto, mi sembra che il tutto definisca un modo di scavalcare la politica senza preoccuparsi minimamente di migliorarla. Forse dovrei essere contento ma, non so perché, scorgo in tutto ciò i sintomi, questi sì storici, di una tremenda sconfitta.

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