Troll anche tu

Articoloni sui giornali, contromisure virtuali, campagne di sensibilizzazione, qualche volta perfino contrattacchi all’arma - polemica - bianca: il fenomeno dei “troll”, ovvero degli utenti Web che disseminano siti e social di commenti gonfi d’odio e intolleranza, ha finalmente l’attenzione che merita e le risposte che ha reso necessarie.

O almeno così sembra perché, in fondo, nessuno di noi sa bene che cosa è un “troll” e, non sapendolo, tendiamo a tenerlo a distanza, a dipingercelo come un essere irrimediabilmente condannato al livore, costretto a sputare - dalla tastiera - sempre più odio come unica testimonianza della sua patetica esistenza.

Ma è proprio così? I “troll” sono individui in qualche modo associabili a qualche categoria di “diversi”, operazione che, qualche volta adducendo giustificazioni di pietà e sostegno, la società spesso compie per espellere chi non si conforma?

Quattro ricercatori della Cornell University hanno radunato 667 volontari per un esperimento online: creare una micro-comunità virtuale. Sottoposti a un quiz, invitati a leggere un articolo e infine messi a confronto, i volontari hanno subito ricreato in piccolo le dinamiche che si producono in grande. Con una sorpresa: il “trollismo” non è una caratteristica individuale, un’inclinazione risultato di instabilità psicologica. Esso è piuttosto il prodotto di condizioni ambientali e contingenti. Per esempio: è più facile che una discussione degeneri quando viene subito aperta da un commento aggressivo. Perfino le ore del giorno contano: si “trolla” di più nel cuore nella notte che al mattino, più al lunedì che nel fine settimana.

Risultato: in potenza siamo tutti, chi più e chi meno, dei “troll”. Eliminare o circoscrivere la loro nefasta influenza significa prima di tutto tenere sotto controllo noi stessi senza crearci proiezioni lontane di mostri che, per conseguenza, ci esonerano da ogni responsabilità. Come diceva la poesia, nessun uomo è un’isola. Non chiedere, dunque, per chi suona quel “vaffa”. Potrebbe suonare per te.

© RIPRODUZIONE RISERVATA