Troppo seri

Dopo l’intervista immaginaria del fumettista Alfredo Castelli a Paperino per i suoi 80 anni (di Paperino, non del fumettista), pubblicata ieri dal Corriere della Sera, mi chiedo se la soave (e durissima) Franca Leosini di Raitre andrà in carcere a sentire, finalmente, la versione della Banda Bassotti.

Scherzo e, nello scherzare, intendo rendere omaggio al Corsera che, intervistando l’ottantenne papero, ha inteso portare un po’ di leggerezza nelle sue colonne. Un evento da salutare solennemente: spererei in un salva di cannoni se l’argomento di oggi non fosse, appunto, la levità. Merce rarissima, nei giornali: praticamente inesistente. Avventurandosi nella notizia, i giornalisti ritengono di dover adottare un linguaggio di impersonale gravità. Si presume sia lo stile in cui i lettori gradiscono sentirsi raccontare i fatti, in realtà fa sembrare la programmazione notturna di RaiEdu una gag di Jerry Lewis.

È ovvio che humour e ironia non possono essere adottati in tutti i casi e durissime punizioni corporali dovrebbero venire inflitte a quel cronista che si provasse a raccontare un terremoto tra facezie e motteggi, e tuttavia la leggerezza e il sorriso sono spesso chiavi indispensabili per interpretare il presente. Il meccanismo della risata nasce dal contrasto tra azione e parola. Precisamente il meccanismo che caratterizza oggi il dibattito sulla corruzione: i politici parlano di etica, morale, onestà e rigore e, nel frattempo, come nelle farse cinematografiche più collaudate, il terreno frana loro sotto i piedi: mentre ancora vanno trombonando, il poliziotto fa scattare le manette.

Nessuno osa far notare quanto tutto ciò sia ridicolo (il che non esclude sia anche tragico) e forse una ragione c’è: l’ironia è un’ingrediente diventato, per qualche ragione, del tutto insipido. Quando la si usa, bisogna farla precedere da un avviso, dal suono di una sirena, forse, o di un clacson: «Attenzione, stiamo scherzando». Diceva qualcuno che la situazione è tragica ma non seria. Non più: ora è tragica e (troppo) seria.

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