Un altro rendering

A quanto pare, dell’annunciato nuovo stadio del Milan in zona Portello resteranno soltanto alcuni “rendering” al computer. Il sindaco di Milano Pisapia si è detto convinto che il «dossier non arriverà neppure in Comune» e, a quanto pare, lo stesso Berlusconi avrebbe dei dubbi su un investimento così impegnativo specie da quando gli hanno detto che con metà della somma destinata allo stadio potrebbe ristrutturare degnamente la celebre sala del “bunga bunga”.

L’abortito progetto non ha lasciato rimpianti tra i tifosi rossoneri: tradizionalisti come molti appassionati di calcio non rinunciano a essere, la maggioranza di loro è ancora convinta che, per giocare a pallone, sia necessario per prima cosa avere una squadra.

Lasciamo pure i tifosi nel loro medioevo sportivo e abbandoniamoci ad altre considerazioni. Il mancato progetto del Milan, se non modificherà di un mattone il panorama milanese (per intenderci: l’autentico panorama urbanistico della città), andrà ad arricchire quello virtuale, e non solo di Milano ma dell’Italia tutta. È, questo, un universo parallelo che, in teoria, potrebbe coprire ogni metro quadrato della Penisola, forse anche su più strati. Un’impressionante mole di progetti mai nati e tuttavia annunciati con la forza della meraviglia: ecco come sarà il ponte di Messina, ecco la nuova Malpensa 3000, ecco la riconversione della Bovisa in un centro culturale multimediale, un po’ globale e un po’ a km zero, molto digitalizzato e, naturalmente, connesso e interattivo.

Progetti che, resi vividi dalle simulazioni al computer e verosimili dalla pubblicazione nei media, costruiscono ormai una geografia dell’illusione: da essi traiamo la speranza che intorno a noi il mondo cambi e migliori. Un po’ come facciamo con le nostre vite: andiamo in giro con un progetto di noi stessi che spesso rinviamo a domani. Quello che si vede, sorridente e rilassato, è soltanto il rendering del nostro futuro.

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