Questa potrebbe essere una buona notizia. O pessima: decidete voi. Dopo tanto tormentare topolini e cavie, gli scienziati hanno finalmente individuato la residenza dei ricordi. Sarebbe a dire il punto esatto, fisico, nel quale i ricordi alloggiano all’interno del cervello.
I punti esatti, per meglio dire, perché, a quanto pare, ogni ricordo ha il suo angolino, il suo piccolo spazio in affitto, dove, proprio come un file in una porzione del disco rigido, esso giace in attesa di essere "richiamato". A ospitare i ricordi sono delle cellule cerebrali che gli scienziati chiamano "neuroni individuali". E qui viene il bello, perché una volta individuato il neurone che porta impresso uno specifico ricordo, sarà possibile rimuovere dalla memoria neurone e ricordo come un dente cariato. Non parliamo di un intervento semplice. Per togliere un neurone, e il ricordo a esso collegato, è necessario trapanare il cranio e introdurvi un raggio laser: non proprio un’operazione da ambulatorio. Tuttavia, così facendo, potremo cancellare ricordi sgradevoli a nostra scelta. «Stia fermo che le tolgo il pranzo di Natale ’75 con tutti i parenti litigiosi» dirà il medico. Oppure: «Non si muova che le estirpo la retrocessione del Milan nel 1980. Un momento ancora... fatto!»
Parrebbe buona cosa non fosse che, riflettendoci, per rimuovere un ricordo sgradito, saremo costretti a installarne subito un altro: quello di un medico che ci pratica un buco nella testa.
I punti esatti, per meglio dire, perché, a quanto pare, ogni ricordo ha il suo angolino, il suo piccolo spazio in affitto, dove, proprio come un file in una porzione del disco rigido, esso giace in attesa di essere "richiamato". A ospitare i ricordi sono delle cellule cerebrali che gli scienziati chiamano "neuroni individuali". E qui viene il bello, perché una volta individuato il neurone che porta impresso uno specifico ricordo, sarà possibile rimuovere dalla memoria neurone e ricordo come un dente cariato. Non parliamo di un intervento semplice. Per togliere un neurone, e il ricordo a esso collegato, è necessario trapanare il cranio e introdurvi un raggio laser: non proprio un’operazione da ambulatorio. Tuttavia, così facendo, potremo cancellare ricordi sgradevoli a nostra scelta. «Stia fermo che le tolgo il pranzo di Natale ’75 con tutti i parenti litigiosi» dirà il medico. Oppure: «Non si muova che le estirpo la retrocessione del Milan nel 1980. Un momento ancora... fatto!»
Parrebbe buona cosa non fosse che, riflettendoci, per rimuovere un ricordo sgradito, saremo costretti a installarne subito un altro: quello di un medico che ci pratica un buco nella testa.
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