Un caro saluto

Un caro saluto

Ricevo una cartolina da Santorini e indugio nell’osservare la bella immagine delle casette bianche aggrappate alla scogliera lavica, il mare azzurrissimo sullo sfondo, il cielo spensierato che si perde in un infinito filosofico. Giro per scoprire ciò che avrei dovuto immaginare subito: la firma è «Desolina», il messaggio «Un caro saluto».

Non che la signora Desolina Malinpeggio, perché di lei si tratta, mi abbia mai rivolto, faccia a faccia, parole come «un caro saluto» ma, si sa, in cartolina veniamo tutti un po’ più gentili che dal vero e perfino lei, portatrice convinta di pessimismo globale, non fa eccezione. Quanto alla provenienza della cartolina, un’isola della Grecia, tutto quadra: verso quali luoghi potrebbe essere mai sentirsi attratta, la signora, in questa fase di turbolenza economica, se non dall’epicentro della perturbazione, da quella Grecia nella quale tutto incominciò con il pensiero di un filosofo e tutto finisce con il fallimento di un contabile?

Sarà forse lei, la signora Malinpeggio, a insegnare nelle piazze di Atene la filosofia che metterà insieme Socrate e Aristotele, Parmenide ed Eraclito: «Quando il debito sale, prendi il sillogismo e buttalo nel mare». Oppure, «se lo spread ti rovina, Epicuro portatelo in cantina». Ma sono certo che la signora Desolina saprà fare molto meglio: nella fine di una civiltà può esserci altrettanta grandezza che nel suo inizio. Con l’epigrafe, già ci siamo: «Un caro saluto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA