C’è sempre da rimanere stupefatti per la precisione delle catastrofi. Non importa se si tratta di eventi naturali (terremoti, eruzioni, alluvioni) o di squisita fattura umana (naufragi, collassi strutturali, cedimenti meccanici): tutti questi accidenti progrediscono, a dar retta ai notiziari, con perfetta aderenza a multipli e ai sottomultipli del metro.
Esempio più recente sono gli aggiustamenti della Costa Concordia. «A causa del mare grosso» ci hanno informato nei giorni scorsi, «la nave si muove di un centimetro all’ora». Non è sorprendente? Un centimetro preciso all’ora: dieci millimetri ogni sessanta minuti, 10.000 micron ogni 3.600 secondi. Non 0,93 centimetri all’ora, non 0,56 ogni 65 minuti: 1 centimetro all’ora, in esatta cifra tonda. Mi chiedo se questo accade perché la Concordia ha fatto naufragio presso le coste italiane, ove vige il sistema metrico decimale. Chissà? Si fosse incagliata nelle acque territoriali americane, lo spostamento sarebbe forse stato di un pollice (2,54 centimetri) all’ora.
Questa precisione è una costante: nelle eruzioni, per esempio, la lava discende sempre per un esatto numero di chilometri all’ora, tre o quattro, senza frazioni, come se la incandescente materia dicesse a se stessa (non vedo a chi altro): «Ho fatto quattro chilometri giusti giusti, per oggi basta». Davvero un fenomeno misterioso. Oppure sarà che i media diffondono misurazioni approssimative. Non stupisce che la loro credibilità sprofondi. Di un centimetro all’ora, beninteso.
Esempio più recente sono gli aggiustamenti della Costa Concordia. «A causa del mare grosso» ci hanno informato nei giorni scorsi, «la nave si muove di un centimetro all’ora». Non è sorprendente? Un centimetro preciso all’ora: dieci millimetri ogni sessanta minuti, 10.000 micron ogni 3.600 secondi. Non 0,93 centimetri all’ora, non 0,56 ogni 65 minuti: 1 centimetro all’ora, in esatta cifra tonda. Mi chiedo se questo accade perché la Concordia ha fatto naufragio presso le coste italiane, ove vige il sistema metrico decimale. Chissà? Si fosse incagliata nelle acque territoriali americane, lo spostamento sarebbe forse stato di un pollice (2,54 centimetri) all’ora.
Questa precisione è una costante: nelle eruzioni, per esempio, la lava discende sempre per un esatto numero di chilometri all’ora, tre o quattro, senza frazioni, come se la incandescente materia dicesse a se stessa (non vedo a chi altro): «Ho fatto quattro chilometri giusti giusti, per oggi basta». Davvero un fenomeno misterioso. Oppure sarà che i media diffondono misurazioni approssimative. Non stupisce che la loro credibilità sprofondi. Di un centimetro all’ora, beninteso.
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