Un centrocampista per Barbara

Un centrocampista per Barbara

In qualità (alcuni direbbero in difetto) di sostenitore - tifoso, alla mia età, mi sembra eccessivo - del Milan, accolgo con sentimenti contrastanti la notizia che Barbara Berlusconi, figlia del premier, farebbe il suo ingresso tra i quadri del club rossonero. Da un lato, la conferma del diretto interesse di un Berlusconi alle sorti della squadra non può che rassicurare: checché se ne dica, la ormai più che ventennale presidenza del Cavaliere male non ha fatto alla bacheca di via Turati. Dall’altra, mi interrogo sulle specifiche competenze della giovane Barbara. Non perché si tratti di una donna, questo no: rifuggo da certi polverosi cliché. Piuttosto perché, fino a poco tempo fa, non la si conosceva né esperta né appassionata di calcio e solo recentemente la si è vista frequentare la tribuna di San Siro.
Lo scenario più roseo si presenta evidente all’immaginazione. Sembrerebbe buona cosa il fatto che, all’occorrenza, Barbara possa tirare con disinvoltura la giacca di papà: "Questa settimana aggiungeresti qualcosa alla paghetta? Ho bisogno di un centrocampista nuovo". Il rischio, per dirla francamente, è che invece si metta a disquisire di zona alta, zona bassa, pressing e, tradizione di famiglia, numero di punte da schierare. Staremo a vedere. Nel frattempo, non resta che aggiungere una considerazione, a suo modo rassicurante: tra tutti i campi in cui occorrono preparazione, studio, esperienza e serietà il calcio è decisamente il più difficile. Per questo ce ne occupiamo in tanti.

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