La notizia è un po’ nascosta nella sezione dell’Ansa dedicata alla Calabria, nondimeno si fa notare: a Cosenza una coppia è stata «raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare», come si dice in linguaggio giudiziario, perché avrebbe maltrattato i figli. Secondo l’accusa i due, 51 anni lui e 41 lei, si sarebbero accaniti con calci e pugni, servendosi anche di ogni sorta di oggetti.
I due avrebbero costretto i figli a inaudite levatacce per sottoporli a durissimi lavori in campagna, seguiti da lunghi periodi di digiuno. Ogni tentativo di ribellione veniva punito con la violenza.
Il tutto, sostiene l’accusa, perché la coppia si era convinta, sulla base di non meglio specificate credenze religiose, che la fine del mondo fosse imminente. Lavoro, botte e digiuni dovevano dunque servire a preparare anima e corpo dei figli a questo solenne e catastrofico momento.
Siamo quindi in presenza, se tutte le accuse saranno confermate, di un colossale ammattimento di coppia, evento non precisamente raro, che dimostra ancora una volta come il cervello umano sia capace di creare un mondo e poi di convincersi che corrisponda a una sorta di realtà estranea a se stesso.
Una delle figlie della coppia è riuscita a rivolgersi al Telefono Azzurro: il padre è stato arrestato e la madre sottoposta all’obbligo di dimora, durante il quale potrà aspettare la fine del mondo continuando, si spera, a pagare le bollette.
Fosse stato possibile ragionare con genitori simili, la figlia avrebbe potuto chiedere loro che cosa intendevano con “fine del mondo”. Chissà, forse li avrebbe aiutati a ritrovare una certa pace mentale riflettere sul fatto che sì, in un certo senso la fine del mondo è imminente, o addirittura è già accaduta. Non quella astronomica e geologica, che è decisamente improbabile accada - in termini di fulminea apocalisse - durante l’intervallo temporale delle nostre vite, piuttosto una fine del mondo in senso umano, o forse intellettuale. Di queste piccole apocalissi individuali ce ne sono ogni giorno a decine, forse a migliaia; in verità potrebbero essercene milioni.
Accadono quando ognuno di noi introduce nel suo mondo un elemento di cedimento, ovvero decide di rispondere al mistero della realtà ostinandosi su vecchi pregiudizi, soluzioni di comodo, abbreviazioni dei fatti, facendo poi uso di sarcasmo stantio, ignoranza e prevaricazione nel confrontarsi con le posizioni altrui.
La fine del mondo è dunque imminente ogni volta che in qualcuno insorge la tentazione di imporre al tutto la sua lettura, quasi che possedere un’opinione (in realtà quasi sempre pensierini presi a prestito) sia in sé una conquista e assicuri il potere di comportarsi da piccoli dittatori arroganti. Per fortuna c’è nell’universo una sorta di illimitata pazienza per cui per ogni mondo che finisce sorge un’occasione per ravvedersi e riprovarci con più intelligenza. Intanto, però, il cielo è pieno di stelle e di occasioni perdute.
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