Un dito di spumante

Travolto dal bailamme natalizio, ho dimenticato di riferire di un rituale molto importante: la cerimonia di consegna degli auguri alla signora Malinpeggio. Dico “cerimonia” per conferire al tutto un’aria di importanza: in realtà si tratta di una semplice visita nella quale, oltre allo scambio di auguri, la signora e il Vostro Devoto si scambiano alcune impressioni di carattere generale sull’andamento del mondo e sulle prospettive globali per il prossimo anno. Tradizione vuole che io porti uno spumantino e che lei produca una delle sue celebri torte alla crema di limone. Seduti al tavolo del tinello, ci abbandoniamo ad analisi, stime e previsioni. Tema del “vertice” natalizio di quest’anno: “La ripresa”.

«Argomento interessante» ho esordito, «ma temo che lei, signora, sia troppo pessimista per concedere all’economia una chance di ripresa. Non sarebbe nel suo stile».

«Io credo nella ripresa» ha replicato lei, asciutta.

Le bollicine dello spumante mi sono salite nel naso. «Signora, lei mi sorprende! Finalmente un raggio di luce. Lei, quella che molti non esiterebbero a definire la funesta cassandra della finanza mondiale, afferma che la tempesta sta passando! Davvero sono stupefatto: non credevo che lei potesse nutrire alcuna fiducia nell’economia».

La signora ha guardato la mia testa come fosse un impenetrabile blocco di granito. «Lei proprio non capisce, vero? Lei non capisce niente!»

Trattando con la signora, ho imparato a non offendermi ma stavolta non ne ho potuto fare a meno. «Che cosa, non capisco»?

«Che il mio pessimismo non è nei confronti dell’economia. Cosa vuole che me ne importi dell’economia? Sono sicura che si riprenderà. Ma la gente, le persone? Come direbbe lei quando fa il filosofo da strapazzo: l’uomo. Si riprenderà l’uomo?»

«Io lo spero» ho detto.

«Non posso arrivare a tanto» ha commentato lei scuotendo la testa. «Al massimo, potrei bere un altro dito di spumante».

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