Salve. Sono qui, mi vedete? Più a sinistra, ancora un poco. Lo so: voi avete l’impressione che io sia più a destra, ma non è cosi: solo, siete un po’ stanchi e vi confondete. Non buttatela subito in politica: destra e sinistra, qui, non hanno nessuna valenza ideologica e non rappresentano alcuna segnaletica parlamentare. La faccenda riguarda solo e soltanto lo spazio fisico.
Parliamo di ciò che ci circonda, delle tre dimensioni in cui ci muoviamo e della capacità sensoriale di orientarci in esse. Un recente studio dimostra come la nostra percezione del mondo sia a dir poco imprecisa e come fattori tutt’altro che eccezionali possano intervenire a modificarla. Più ancora, questo studio arriva a dirci come questa modificazione interviene e, dato assolutamente inedito, perfino dove.
In sintesi, la conclusione dello studio è questa. Quando siamo stanchi, assonnati, stravolti, come dopo una lunga giornata di lavoro o l’ascolto di un album di Nek, le cose... si spostano a destra. Ancora una volta: niente politica. A spostarsi a destra è solo la nostra percezione spaziale. Se siamo un po’ rimbambiti dalla stanchezza, il nostro radar sensoriale ne risente e, per qualche ragione ignota, sposta la collocazione degli stimoli provenienti da sinistra più a destra di quanto non siano. Sembra assurdo ma i ricercatori assicurano che è proprio vero e, a riprova, chiamano in causa la difficoltà, da molti se non da tutti sperimentata, di zittire la sveglia al mattino.
Il nostro primo gesto al risveglio è impreciso e goffo, questo lo sapevamo già, ma non in modo causale. La botta che intendiamo assestare alla sveglia il più delle volte è fuori bersaglio perché troppo spostata a destra. Straordinario: un momento di stanchezza, la spossatezza che prevale, e il mondo si sposta a nostra insaputa, il cervello perde le coordinate e “tira” a destra come farebbe una vecchia carriola.
Attenti allora a quando il medico vi prescrive “riposo assoluto”: al risveglio potreste scoprire di aver dormito in strada.
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