Ora, noi tutti possiamo andarcene in giro sbuffando per il caldo e lamentandoci per la mai piacevole sensazione che il sudore lascia sulla pelle appiccicandosi sopra ma la scienza è la scienza e, a volerla ascoltare, racconta tutta un’altra storia.
La storia è questa: il Sole sta attraversando una fase di stanca e non è destinato a riprendersi tanto presto. Addirittura, nel giro di un paio d’anni la sua attività dovrebbe arrivare ai minimi. Non c’è naturalmente da preoccuparsi: non rimarremo al buio e al freddo (anche se con le temperature di questi giorni l’eventualità potrebbe sembrare auspicabile), perché anche quando brucia poco, il Sole emana comunque un’incomparabile quantità di energia, più che abbastanza per far diventar rossi i pomodori, eccitare le cellule dei pannelli fotovoltaici e scottare la pelle del solito inglese che si toglie la maglietta in spiaggia.
Il Sole è poco attivo, dicono i ricercatori, perché lo strato in cui avviene buona parte della sua attività magnetica è “silenzioso”. Gli scienziati, infatti, ascoltano le “note” emesse a bassissima frequenza dall’astro e in base a esse sono in grado di capire che cosa succede al suo interno. Questo per quanto riguarda la scienza: a noi non resta che speculare su questa malavoglia del Sole. Forse anche lui non trova un motivo nel lavoro e l’idea di andare in pensione a 67 miliardi di anni lo deprime. Che bel concetto: un Sole depresso. Dubito che l’Alpitur se ne approprierà per farne uno slogan.
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