Un talento sfacciato

Nell’abnorme morfologia dei "reality show" è oggettivamente difficile orientarsi. A ogni svolta, si incontra qualcosa di paradossale, di volutamente grottesco, di inconsapevolmente ridicolo. L’eccezione alla regola è forse "MasterChef" dove certe aberrazioni rimangono confinate nei piatti e nei giudizi, non di rado scenograficamente severi, dei tre giudici: il concorso culinario rimane di per sé concreto e in qualche modo attendibile.

Tutto il resto dei "reality" è più vicino ad Alice nel paese delle meraviglie (o delle lavastoviglie, vista la pressione degli sponsor) che alla realtà dei fenomeni. Quest’ultima, per parlare chiaro, è la realtà in cui ci muoviamo tutti noi, fatta di lavoro, mogli, mariti, figli, cani, gatti, ricariche, tessere Fidaty, mutui da onorare, trigliceridi sballati. L’altra, quella definita "reality", appartiene a creature possedute da talenti informi e, soprattutto, da ego ipertrofici, tali da dover cogliere ogni possibile occasione per apparire in tv.

Nel genere - che ha sostituito i tendoni sotto i quali, un secolo fa, la gente accorreva per vedere la donna barbuta o il tizio con un porro rassomigliante a Mastella - spicca "Malattie imbarazzanti" ("Embarrassing bodies" nell’originale inglese). Lo show esibisce infelici personaggi alle prese da anni - non di rado dall’infanzia - con patologie socialmente respingenti (ecco un tipico menu dello show: "Acne purulenta, flatulenza, alopecia, micosi") e offre loro l’assistenza di un’équipe medica. Il tutto basato su un inedito fondamento logico: se una persona ha una malattia che lo perseguita da anni, intossicandogli la vita e le relazioni (che cosa significa lo può intuire chiunque abbia avuto almeno una volta un foruncolo sul naso), ovvero se soffre di una patologia per la quale si è chiuso al mondo, ritirandosi nella fredda ombra dell’imbarazzo, senz’altro non esiterà a mostrare ogni cosa - cicatrici, secrezioni, escrescenze - a milioni di spettatori. In questo, il "reality" tocca il sublime: facendo anche della vergogna un talento sfacciato.

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