Un uomo

Se vi chiedete quale notizia risulta tra le più lette al mondo in questi ultimi giorni, forse vi sorprenderà sapere che riguarda un uomo morto 65 anni fa. Quindi, niente Fini né Casini, non Bossi o Bersani e neppure Berlusconi. La persona in questione è Adolf Hitler.
La notizia che lo riguarda riferisce di alcuni test condotti sul suo Dna. Tali test hanno evidenziato come il cosiddetto Fuhrer provenisse da discendenze ebree e africane. In particolare, nel suo Dna è stata riscontrata la presenza di un gene – chiamato E1b1b1 -, comune tra le popolazioni del Nord Africa (Marocco, Algeria e Tunisia) e tra gli ebrei sefarditi e ashkenaziti.
Immagino che tra i tanti lettori della notizia sia diffusa la sensazione di trovarsi al cospetto di una ironica vendetta della Storia: Hitler era ciò che odiava tanto; disprezzava ciò che gli apparteneva e si affannava a sterminare. Ci dev'essere una specie di sottile soddisfazione in tutto ciò anche se, per esempio, non so quanto questa “scoperta” potrà far piacere agli ebrei di oggi o, se per questo, di ogni tempo.
In realtà, c'è il sospetto che, con i loro test, i ricercatori abbiano messo in luce un'ovvietà che, proprio in quanto tale, risulta a pensarci bene parecchio indigesta. Con le sue remote origini africane ed ebraiche, Hitler non risulta affatto estraneo all'uomo europeo. Ancora più precisamente, risulta semplicemente un uomo. Ed è proprio questo che ci spaventa: avesse avuto il Dna di un diavolo, ci saremmo sentiti meglio.

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