Tra le minacce che inquietano le nostre giornate, direi che al primo posto si piazza la noia. Terrorismo, malattia, vecchiaia e precarietà economica sono paure persistenti, acute: da prima pagina, potremmo dire. La noia invece sta nelle retrovie, non si fa pubblicità, ma va a finire che ce la troviamo sempre addosso. Spesso ci riesce difficile riconoscerla come paura vera e propria, forse per la ragione che è facile scacciarla. Tutti portiamo in tasca o nella borsa il dispositivo anti-noia per eccellenza: lo smartphone. Non appena la noia di fa sentire, causando quel familiare appesantimento della coscienza, ecco che controlliamo le mail, oppure paghiamo pellegrinaggio a Facebook. La noia se ne va per incanto, ma così come è lesta a svanire è pronta a ritornare.

Ben pochi di noi hanno il fegato di affrontarla. Resisterle è un’impresa che diamo per sovrumana, e perdipiù futile: è così facile liberarsi della noia, almeno in apparenza. Eppure c’è chi sostiene che abbandonarsi a essa può essere un’esperienza illuminante. La noia, insomma, non sarebbe così noiosa come sembra.

Tutti abbiamo occasione di perderci nella noia (voi lo state facendo proprio adesso, leggendo queste righe). Tim Lomas dell’Università di East London ha avuto a disposizione le 13 ore del volo Singapore-Londra. Per due di esse si è imposto di arrendersi alla noia. Niente cibo, niente libri o giornali, niente film: solo noia. Ha scoperto che la noia è un effetto secondario dell’essere in compagnia di noi stessi. Un effetto ironico: la persona che più ci esaspera siamo proprio noi. Lomas sostiene però che c’è un punto superato il quale la noia si ammorbidisce, gli stimoli esterni che la spingono via diventano meno desiderabili e la percezione finisce per concentrarsi su dettagli che, in stato di non-noia, trascureremmo: particolari di oggetti, colori, decorazioni. Sorgenti di inaspettata meraviglia.

La noia potrebbe dunque non solo non essere noiosa, ma addirittura interessante, una pozione benefica. E pensare che io ve ne fornisco una dose al giorno!

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