Una modesta proposta

Una modesta proposta

Duole dirlo, ma il problema di questo Paese sono le mezze misure. Non un eccesso di mezze misure, si badi, che almeno sarebbe una misura portata all’estremo: al contrario, siamo da mezze misure anche nelle mezze misure.
L’ultima mezza misura in ordine di tempo riguarda il Colosseo. Nei giorni scorsi, la municipalità di Roma ne ha annunciato il restauro tentando di nascondere con dichiarazioni roboanti la pochezza dell’iniziativa. «Il progetto - ha detto il sindaco Alemanno - ha una portata internazionale ed è il segno di una epocale trasformazione che apre le possibilità di un nuovo mecenatismo per mobilitare le forze private su una sponsorizzazione alta».
Con licenza parlando, signor sindaco: balle. Ma quale «portata internazionale»! Quale «epocale trasformazione»! Si tratta, al massimo, di un timido "maquillage", di una pigra spolveratina, di un affrettato riordino. Il programma dei restauri non ha il coraggio, infatti, di arrivare fino in fondo e di restituire il Colosseo alla sua antica funzione: ospitare i Giochi, inclusi, ovviamente, quelli più raccapriccianti e sanguinolenti. Finché non si avrà questo coraggio i Giochi, con tutto il loro carico di violenza, resteranno sparpagliati per tutta Italia - nelle discoteche, nei salotti tv e non tv, negli stadi, in Parlamento, nei parcheggi notturni, nei viali di periferia, nelle fabbriche già abbandonate e in quelle che presto lo diventeranno, nei quartieri della camorra, in quelli della finanza e in mille luoghi ancora - invece che in un’unica, salvifica discarica.

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