La gente a volte mi sorprende per davvero. Leggo che Giacinto De Taranto, ingegnere aerospaziale, tra gli undici italiani selezionati per una futura spedizione su Marte, ha dichiarato: “Spero non sia un viaggio di sola andata”. Curioso: dovessi apprestarmi a un viaggio su Marte spererei proprio che lo sia, un viaggio di sola andata.
L'idea del ritorno mi fa pensare piuttosto a una gita a Sirmione, o alla Certosa di Pavia dove, ai tempi della scuola, mi portarono tre o quattro volte fingendo di non averlo mai fatto. Ma, Marte? Giunto lassù – la distanza di Marte dalla Terra varia, a seconda delle “stagioni” astronomiche, grosso modo da 57 a 100 milioni di chilometri, dunque non un tragitto che si può fare a piedi, a meno di avere scarpe molto, ma molto comode – uno dovrebbe pensare a godere un po' della separazione dal resto del genere umano e non a farsi prendere da immediate nostalgie per l'anticipo del sabato, il gratta e vinci e la scollatura di Belen.
Superato qualche problema di adattamento – la scarsità di ossigeno nell'atmosfera, la gravità diversa rispetto a quella per cui il nostro corpo è costruito – il fortunato dovrebbe essere in grado di apprezzare i vantaggi di Marte. Sul Pianeta Rosso, tanto per incominciare, egli potrebbe gridare “Leopolda!” a squarciagola senza che anima viva riuscisse a sentirlo. La prima scadenza della Tasi, calcolata in anni marziani, cadrebbe nel dicembre 3046. L'ultima volta che lassù la dottoressa Bruzzone è apparsa a Porta a Porta è stato mai perché: 1) su Marte non c'è la tv, 2) su Marte non c'è Porta a Porta, 3) su Marte non prestano fede a quello che dice la dottoressa Bruzzone.
Insomma, a tener duro si potrebbe stare tranquilli per alcuni secoli. Anche se, intendiamoci, non bisogna farsi illusioni: prima o poi, mentre ammiriamo uno dei famosi tramonti rossi di Marte (ma su Marte sono rosse anche le albe, i mezzogiorno e i pomeriggi) arriverà lo squillo importuno: “Buonasera sono Cinzia. Le interessa cambiare operatore telefonico?”
© RIPRODUZIONE RISERVATA