Uomini o Twitter?

Ormai è chiaro: per lo stupido, Twitter è quello che per l’assassino è la pistola o il fucile. Ovvero uno strumento che rende il lavoro più facile, immediato e, molto spesso, irreparabile.

Ultimo in ordine cronologico a farsi esplodere un “tweet” in faccia, il presidente del Forum per i diritti civili del Partito democratico sardo Gianluigi Piras. A commento delle dichiarazioni a favore della legge “anti-gay” promossa da Putin rilasciate dall’atleta russa Yelena Isinbayeva, il Piras, dalla Sardegna, non ha trovato di meglio che far sapere al mondo che, per lui, la bella signorina se «la possono pure violentare in piazza». Dal responsabile di un Forum per i diritti civili, un cortocircuito spettacolare e incendiario che, in poche righe, lo ha portato a imporsi sulla Isinbayeva nel derby internazionale dell’intolleranza.

In conseguenza dell’improvvida twittata, Piras ha rilasciato un comunicato che contiene il verbo “rassegnare” cinque o sei volte. In pratica, egli se ne va da tutto: dal Forum, dal partito, dal consiglio comunale in cui risulta eletto e, tanto per non sbagliare, da un paio di altre associazioni innocue quanto l’acqua zuccherata. D’altra parte, non c’è da stupirsi: Piras è preda del dimissionismo fustigatorio tipico della sinistra e l’autoflagellazione dovrà continuare fino a quando non sarà stato ripristinato il mare poco-mosso-quasi-fermo del politicamente corretto. Ben diverso, di solito, l’atteggiamento dei politici di destra beccati in flagranza di idiozia: stoici, essi negano che la cavolata fosse davvero una cavolata e la rivendicano a dispetto della logica e del buon gusto.

Purtroppo per loro - e con “loro” intendo sventati di destra e di sinistra - Twitter (e Facebook) non perdona: circoscritta a poche battute, la fesseria diventa lapidaria, lampante, ed è impossibile ammorbidirla, come si faceva un tempo, nel brodo del “contesto”. Per questo la tentazione di giudicare gli sciagurati twittanti con altrettanta cieca nettezza è sempre dietro l’angolo. Sta a noi moderarla: dopo tutto, siamo uomini o social network?

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