Valigie

Valigie

Finita la vacanza, si fanno le valigie. Questa non è una notizia per nessuno, me ne rendo perfettamente conto. Tuttavia, quello dell'invaligiamento finale è un momento dolce-amaro di particolare intensità e non sarà fatica sprecata cercare di analizzarlo.
Prima constatazione: la cura, l'organizzazione e perfino l'intelligenza che avevate infuso dell'invaligiamento pre-partenza non potranno essere in nessun caso ripetute in quello pre-ritorno. Razionalità, esperienza, addirittura amore collaborarono per confezionare una valigia che ogni ispettore delle dogane sarebbe stato fiero di poter perquisire. Addittura, la sera a cena ne avrebbe parlato con la moglie: “Sai, cara, oggi ho ispezionato una valigia meravigliosa, sembrava confezionata da Jeeves in persona”.
Al ritorno, la cena dell'ispettore sarà rovinata: di quella valigia meravigliosa per ordine e organizzazione non restano che rovine. Abbondanti rovine, per la verità. Perché ai vestiti sporchi (che per dispregio nessuno mai ripiega, ma piuttosto sbatte senza riguardo in un sacchetto) si aggiungono gli oggetti comprati in vacanza e la paccottiglia sgraffignata in albergo. Ma soprattutto, a orchestrare e culminare il disastro è l'intima convinzone che il vero viaggio sia quello di andata, mentre quello di ritorno è solo una volgare necessità. All'andata il contenuto della valigia ha destinazioni nobili: spiagge, musei, ristoranti, teatri. Al ritorno, vedrà solo il tunnel della lavatrice.
Occorre citare, infine, il classico dei classici di ogni invaligiamento: l'oggetto che dopo aver chiuso la valigia, dopo averla inchiavardata con cinghie e lucchetto, vi accorgerete di aver dimenticato nella stanza. Nel caso non sia di particolare valore, il mio consiglio è di lasciarlo: sarà un piccolo ma signficativo monumento alla vostra imperfezione.

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