Vamos, Wolfgang

La scienza non si limita a modificare il futuro, offrendoci la base per tecnologie e strumenti che incideranno sulla nostra esistenza a venire, ma ogni tanto si diverte anche a modificare il passato. Non a modificarlo per davvero, perché non si può (altrimenti Berlusconi sarebbe primo ministro dal 1650) ma quantomeno a suggerire che, in determinate circostanze, le cose avrebbero potuto andare diversamente.
Prendiamo il caso di Wolfgang Amadeus Mozart: il compositore austriaco morì nel 1791 all'età di 35 anni per cause ignote. Oggi alcuni scienziati suggeriscono che a minarne il fisico fu l'assenza di luce. «Mozart - scrivono questi ricercatori - compose la sua musica quasi sempre di notte e pertanto possiamo ipotizzare che dormisse di giorno. Questo stile di vita gli avrà impedito di assimilare una sufficiente quantità di vitamina D la quale, è noto, viene prodotta dal corpo in seguito all'esposizione ai raggi ultravioletti del sole. Inoltre, alla latitudine di Vienna - dove il compositore visse - per almeno sei mesi all'anno è impossibile "rifornirsi" di vitamina D dalla fonte solare». Mozart, dunque, avrebbe dovuto «esporsi alla luce del giorno» più a lungo e più spesso negli altri sei mesi dell'anno: «Certamente avrebbe rinviato la morte di molto tempo» assicurano gli scienziati. Un solo appunto: invece del "Don Giovanni" e della Sinfonia n. 40 in Sol minore, questo Wolfgang abbronzato, unto d'olio e calato in un costume da bagno floreale ci avrebbe probabilmente lasciato musica un poco diversa. "Vamos a la playa", forse?

© RIPRODUZIONE RISERVATA