Vieni giù

Vieni giù

Siccome nel vicinato siamo tutta gente perbene, sensibile, e se uno ha un problema questo diventa un problema di tutti, ci siamo mobilitati per convincerlo, il testone. Uno alla volta siamo andati sotto alla sua finestra: c’è chi gli ha promesso di portarlo alla partita, c’è chi gli ha chiesto di aiutarlo a lavare la macchina, c’è chi lo ha invitato a pranzo e chi gli ha detto che, se è bello, domenica facciamo il barbecue in giardino, non importa se ci son due gradi sottozero: può venire anche lui e portare chi vuole, poi si divide tra tutti la spesa per le costine.

C’è chi ha chiamato lo zio che fa lo psicologo a Lodi: quello è venuto su, con la valigetta e tutto, e da dietro la porta gli ha chiesto dei suoi genitori, se bagnava il letto da piccolo e se gli capita di sognare spesso oggetti a punta: campanili, banane, dirigibili. Allora il Luigi, tipografo in pensione, ha detto: «Ma questo qui è matto» e ha rimesso lo psicologo sul pullman per Lodi dicendogli di non farsi più vedere.

C’è poi chi gli ha promesso di farlo uscire con sua figlia ma siccome sono anni che costui cerca qualcuno per affibbiargli la figlia, nessuno ha pensato che facesse poi un grande sforzo. C’è anche chi gli ha offerto soldi, crostate, vestiti vecchi, una Ritmo 65 tre porte, la raccolta di Zagor e una medaglia con la croce di San Benedetto. Niente da fare: lo spread non scende. A questo punto, che vada al diavolo.

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