Vite da poster

Vite da poster

Se c’è una cosa che i giovani (ma non solo i giovani) amano è una buona citazione. La mettono su Facebook, la scrivono nel blog, la stampano sulle magliette, la ingrandiscono sul poster e, non di rado, finiscono per tatuarsela sul corpo. La citazione, a questo punto, non è più una citazione: è un motto, un mantra, un vangelo. Una fede.
Non comprendo questo affidarsi a parole altrui per comporre un promemoria su come condurre la propria vita. Non perché dalla saggezza degli altri non si possa e non si debba trarre ispirazione, ma perché esibire in pubblico queste scelte personali poco rivela se non una forma di vanità spirituale.
A questo proposito leggo che particolare successo sta riscuotendo un poster che "insegna" a vivere la propria vita nello stile di Hemingway. Per far ciò sarebbe sufficiente seguire con scrupolo alcune precise indicazioni. Qualche esempio: «Indossate molti cappelli», «Esibitevi in efficaci imitazioni», «Guidate ambulanze», «Innamoratevi di un’infermiera (preferibilmente in Italia)», «Liberate il campione che c’è in voi», «Insegnate qualcosa a qualcuno» e «Provocate una guerra».
Niente male, direi. Una vita intensa, con poche distrazioni ammesse. Al punto che, intraprendendola, chiunque dovrebbe rinunciare a vivere la propria vita e abbracciarne invece una vagamente somigliante quella di Hemingway o, peggio ancora, identica a quella di un poster.

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