Vittima innocente

Se ci pensate bene, le più recenti vicende della politica italiana hanno fatto una vittima innocente. Non il ministro Cancellieri, non l’ex ministro Josefa Idem, non il condannato Berlusconi, ma il povero cagnetto Dudù.

Il quale, ignaro di voti alla Camera, alleanze strategiche e cospirazioni elettorali, paga la nostra tendenza a umanizzare gli animali domestici, ad attribuire loro caratteristiche e inclinazioni tolte di peso dalle relazioni dei bipedi e, soprattutto, sconta l’errata convinzione che, in qualche modo, cani e gatti debbano per forza assomigliare ai loro padroni.

Per questa ragione, Dudù finisce per essere assimilato alla coppia Berlusconi-Pascale e siccome la cerchia di certi personaggi è sempre ampia e variegata, gli tocca passare per un affine di Cicchitto piuttosto che della Prestigiacomo, della Biancofiore piuttosto che di Ghedini. I detrattori del Pdl lo vedono dunque con il fumo negli occhi, lui che non distinguerebbe il “Contratto con gli italiani” dal sacchetto nel quale le guardie del corpo raccolgono i suoi escrementi e che, a differenza di altri, non ha mai fatto terrificanti battute di spirito in consessi internazionali.

Non lo aiuta, bisogna dire, una certa sua passività. Potrebbe recuperare un pizzico di popolarità se ogni tanto si comportasse un po’ da monello. Con tutti quei polpacci illustri che gli passano accanto, molti di più ora che ci sono le larghe intese, possibile non gli sia mai venuta voglia di assaggiarne qualcuno? Non per far male, per carità, giusto per contribuire a ristabilire un minimo di equilibrio nelle sofferenze nazionali. Sopraggiunge la caviglia di Gasparri? Giù un morso, leggero leggero, per risarcimento alla legge che porta il suo nome. Transita Franceschini? Perché non massaggiargli il polpaccio come rappresaglia alle cialtronate del Pd ?

Da milanista, poi, è per me impossibile perdonargli di non aver mai sfruttato l’occasione di far pipì sulla cravatta di Galliani: «Questa è per Zapata, capoccione. E non ti concederò la soddisfazione di dire che giocate da cani».

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